BULLISMO: Mangia l'amo o sei una checca

Aperto da FabyM4DJ, Settembre 23, 2007, 02:16:09 AM

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-Ritirato-


DjMonak

Pensare che io ho insegnato solo per un anno e mezzo... e ne ho viste di tutti i colori. Anche gli insegnanti, sempre più spesso, sono vittime di questi episodi e pure io ne so qualcosa.
Per ora chiudo qui, ma sarebbe un discorso che, se ampliato, se ne potrebbe discutere giorni e giorni...

francesco_rm


Josephine

Alla fine noi siamo come amiamo. E' l'amore che misura la nostra caratura.

Piccola Katy

secondo me ormai è impossibile fermarli....oltrepassato un certo limite, è difficile farli tornare indietro...
*°*..El único hombre que no se equivoca es el que nunca hace nada..*°*

crono 80

scarpate in cul.. qnd fanno i delinquentelli, ridurre i vizi sin da bambini e EDUCARE xuna santa volta i figli!

certo che cn i genitori che c sn oggi, sn loro i primi a dare l'esempio della vuotezza e del vizio e della superficialità.


nn che cmq un ragazzino nn abbia cervello (a 14anni s è già imputabili penalmente cme è gisuto) e dica qllo ke ho detto x giustificare i loro comportamenti, ma cmq segnalo solo ke i genitori (responsabili dei figli) dovrebbero essere piu' presenti e seri.
when LHCb sees
where the antimatter's gone
ALICE looks at collisions
of lead ions.
CMS and ATLAS are two of a kind
they're lookin' for whatever
new particles they can find.
the LHC acceleerates the protons and the lead,
and the things that it discovers
will rock you in the head!

≤uρΣr≤ouŋđ

rob de mat'!! purtroppo non sono neanke tanto i genitori ad educare i figli cosi....ben si il luogo in cui abitano, gli amici che si frequenta.....

Dj Luca Effe

Assurdo e allucinante!

c'è  comunque da dire, che quando succedono cose simili, adesso i genitori danno subito la colpa ai professori, ma nn è mica colpa della cattiva educazione dei ragazzi..noooo, è colpa dei professori!
mi fanno venire il plus ultra del nervoso co sti discorsi  :(
Old Vinil Disk Jockey

DjMonak

Citazione di: Dj Luca Effe il Settembre 24, 2007, 15:42:18 PM
Assurdo e allucinante!

c'è  comunque da dire, che quando succedono cose simili, adesso i genitori danno subito la colpa ai professori, ma nn è mica colpa della cattiva educazione dei ragazzi..noooo, è colpa dei professori!
mi fanno venire il plus ultra del nervoso co sti discorsi  :(
E io che ho insegnato per un po', sai quante volte li ho sentiti dei discorsi così?  <_<

Dj Luca Effe

Citazione di: DjMonak il Settembre 24, 2007, 15:50:17 PM
E io che ho insegnato per un po', sai quante volte li ho sentiti dei discorsi così?  <_<

Io so solo che quando ero ragazzo, sti casini nn succedevano; una volta in 2a elementare, un compagno disse, parlando con un amico: "che cazzo dici!" lo aveva sentito il prof. di matematica, gli mise una bella nota e avvertì i genitori, che, visto i gg seguenti a scuola, come stava zitto, credo gli hanno fatto capire il suo errore.
A Roma si dice: "Manneresti n galera n cieco" incolpare chi nn ha colpa.
Old Vinil Disk Jockey

♣Tommy♣

Citazione di: supersound il Settembre 24, 2007, 15:37:32 PM
rob de mat'!! purtroppo non sono neanke tanto i genitori ad educare i figli cosi....ben si il luogo in cui abitano, gli amici che si frequenta.....

mm na secondo me la gran parte della colpa ce l'hanno cmq i genitori, indipendentemente da dove vivono..
il primino doveva dire, mangiatevela voi l'esca, e vediamo chi sono le checche :(
che poi dare delle checche a questi qua è offendere le checche, con tutto il rispetto...

DjMonak

#12
Tempo fa, su un altro forum, riportai le mie esperienze di insegnante "giovane ed atipico" riguardo ad episodio simile ed al ruolo che giocano i genitori in tutto questo, come emerso dai vostri post.
Lo so, è lungo, ma è lì, a disposizione di chi vorrà leggerlo e commentarlo...


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Alla prima ora degli ultimi due sabati di ogni mese, ho il ricevimento parenti. E' un momento abbastanza istruttivo perché, conoscendo certi genitori, è più facile comprendere i comportamenti di certi studenti... e soprattutto mi è chiaro come siano cambiati i tempi da quando andavo a scuola io... e stiamo parlando di nove anni fa, mica chissà quando!
Vedo tre genitori in attesa, mi accomodo in un'aula vuota al piano rialzato e faccio entrare la prima mamma. Italiana, sulla quarantina, slanciata, capelli neri, lisci e lunghi, da cui fa capolino un cerchietto rivestito di velluto bordeaux, labbra rosse, begli occhi, trucco abbastanza accentuato, viso sciupato: un po' di rughe attorno agli occhi le trovo affascinanti in una donna, ma lei lì ne ha troppe, stessa cosa per quelle di espressione, attorno alla bocca. Indossa un paio di jeans attillati a vita bassa, un top rosso che lascia scoperto l'ombelico e una giacca di simil-pelle bordeaux. Cintura male abbinata, secondo me. Dalla scollatura, si intravede un tatuaggio, qualcosa di floreale. Brillantino al naso. Pelle abbronzata, da solarium, ma secca. Noto un altro tatuaggio su un polso, il sinistro. Sopracciglia ben delineate, scarpe da tennis rosa modello "Hello Kitty".
Vuole fare la ragazzina, ma la parte le riesce male. Dovrebbe vestirsi meglio, non ha nessun fascino da donna.
Faccio funzionare il naso. Nessun profumo. Peccato.
Stretta di mano in punta di dita.
Non mi piace.
Non ho bisogno di aprire il registro per sapere come va suo figlio... anche perché è colui il quale, qualche settimana prima, mi ha bombardato di e-mail con insulti a me e alla mia fidanzata, dall'esplicito sapore razzista, credendo che io non fossi in grado di risalire a lui. Ci tengo proprio a dirle che, secondo me, suo figlio è un vero cretino. Non è mia intenzione portare avanti una classe di persone che sanno perfettamente creare un ipertesto con Word, ma che umanamente sono delle persone meschine. Se qualcuno non sa calcolare una somma con Excel, potrà sempre consultare una guida, ma se uno è un maleducato ed è una schifezza dal punto di vista umano, non c'è nessun help che possa funzionare e proverà le conseguenze del suo comportamento sulla sua pelle, nella vita, magari sul lavoro. La valutazione è anche sulla persona. E voglio dirle cosa penso di suo figlio.
Fortunatamente, non ho ancora gettato via i fogli con le stampe delle e-mail, le quali sono rimaste nel mio registro assieme ad un mucchio di altra cartaccia, appunti, orari, annotazioni varie. Li ritrovo e glieli piazzo davanti.
"Questi me li ha scritti suo figlio", dico.
Lei li scorre, all'inizio non sembra capire. Poi li posa sul tavolo, mi guarda e ride:
"Mi scuso per queste cose, ma secondo me è una ragazzata! Ha quattordici anni, lei non le ha mai scritte ai suoi professori magari sulla lavagna queste cose?"
"Beh... questo mai" e, dicendo questo, le metto davanti il foglio con la frase "IL PROF SI SCOPA LE NEGRE". Arial a 48 punti. Grassetto sottolineato.
Le piace come dessert, signora?
La fisso. Alla fine, quando rialza lo sguardo, è costretta a distogliere il suo da me.
"Ma che significa?" mormora.
Mi stringo nelle spalle.
"Non lo so, vuole che chiamiamo suo figlio e lo chiediamo direttamente a lui?"
Non mi guarda. Sospira.
"Vuole dire che me lo boccerà?" domanda, alla fine.
Mi fa incazzare.
Signora, non so se mi hai capito: tuo figlio è un idiota, problema ben più grande di una bocciatura. E' stupido, fa le cose senza pensare alle conseguenze che possono derivare da questo suo comportamento, non ci pensa minimamente. Offende la gente e non si rende nemmeno conto di averlo fatto. Metti che mandava questa mail ad alcuni dei suoi compagni di colore perché credeva che fossero anonime e che questi si incazzavano (non a torto)... avrebbe avuto problemi ben più grandi di una bocciatura da affrontare, tu che dici? Tuo figlio è stupido, signora... e bisogna difenderlo dalla sua stessa idiozia perché finirà per farsi male da solo. Finché è qua dentro lo si può anche proteggere... ma fuori sono solo cazzi suoi.
"Senta," mi dice, alla fine "io non so più cosa fare con questo ragazzo! Lei mi sembra molto giovane... e già insegna, come ha fatto a crescere così? Io... giuro che se me lo dice, sono disposta a prendere appunti!"
Sono un po' imbarazzato dalla piega che sta prendendo la conversazione. Sto per dire qualcosa, ma lei mi anticipa:
"Non so più che fare! Gli ho sempre fatto fare quello che voluto! Nel portafoglio non gli mancano mai i cinquanta euro! Cosa devo fare più di così?"
Brava cogliona.
Mentalmente ritorno ai miei quattordici anni, alla prima Liceo. Ero praticamente ancora un bambino, grasso e un po' imbranato. Nel portafoglio avevo diecimila lire e mi bastavano... spendevo giusto 800 lire per la pizzetta all'intervallo. Quella era la mia spesa giornaliera e sulla base di quello potevi calcolare quanto avrei gravato sul bilancio famigliare mensile, senza sbagliare. Le diecimila lire nel portafoglio c'erano "perché non si sa mai". Fine. Se avevo bisogno di qualcosa, lo chiedevo ai miei genitori... e non mi è mai mancato nulla. Nemmeno adesso a ventotto anni vado in giro con cinquanta euro nel portafoglio, a meno che non debba pagare qualcosa.
Proprio perché ero imbranato e un po' cagasotto, non avrei mai osato giocare un tiro simile ad un mio insegnante, ma anche ammettendo che potessi averlo fatto, di fronte a quei fogli mia mamma si sarebbe messa a sbraitare come un'ossessa e mi avrebbe preso a ceffoni da scuola fino a casa. Non avrebbe detto che erano "ragazzate", non esisteva proprio. Quando in prima superiore venni rimandato a Settembre in due materie, la reazione fu: "Vedi di studiare, perché se ti bocciano puoi riprovare un anno, ma poi vai a lavorare". Che me la facessi venire, la voglia, che non facessi il cretino, non ce n'erano di storie. Se venivo bocciato per aver fatto quelle cose... beh, mi stava bene perché avevo fatto l'idiota e me l'ero cercata. Mi avrebbero detto che quelle erano state le conseguenze della mia stupidità e che dovevo affrontarle. Non c'erano "ragazzate" che tenessero. Punto.


La maggioranza dei colloqui con i genitori sono inutili, possono essere ricondotti a quello che avevo avuto con quella signora. Molti dei genitori hanno ormai abdicato dal loro ruolo, hanno mille pensieri per la testa ed un insegnante che dice loro che il loro ragazzo non ha voglia di fare nulla, è visto soltanto come una seccatura in più. Vorrebbero che tu li educassi, probabilmente per delegare a qualcun altro un compito che spetterebbe a loro. Anche una bocciatura vuol dire educare, solo che, se lo fai, ricorrono al TAR. Sembrano non capire che le fondamenta per queste cose si pongono in famiglia, la scuola può al massimo dare una raddrizzata, ma il grosso del lavoro va fatto a casa. Per non avere grattacapi, sono disposti a dare cinquanta euro ai propri figli "perché sono ragazzi, cosa vuole farci? Hanno diritto ai loro svaghi..."  Basta che non rompa le scatole.
Solo che in questo modo stanno crescendo dei perfetti imbecilli.
I genitori poi li vedi, soprattutto quelli italiani: donne quarantenni che si atteggiano a ragazzine e con un cervello da adolescente. Cervello bruciato da ore Maria de Filippi e di reality show, solarium e vestiti alla moda. Proprio come le ragazzine che ci sono lì.
Cervelli ammorbati da un sacco di cazzate.
Non che i padri siano poi diversi: adolescenti di quarant'anni lampadati, vestiti di jeans stracciati e bomber che ti verrebbe spontaneo chiedergli dove l'hanno parcheggiato il Phantom Malaguti. Uno una volta sembrava più interessato a chiedermi se sapevo se il figlio "aveva già le sue prime esperienze", piuttosto che apprendere che un decerebrato simile non l'avrebbero nemmeno voluto per spazzare le strade (con rispetto parlando). Mi sembrava anche una curiosità abbastanza morbosa.
Oh, suo figlio è un emerito deficiente, ma non si preoccupi: non è gay.
I genitori degli stranieri sono diversi. Prendo per esempio gli indiani: senso della famiglia fortissimo, si insiste molto sulla responsabilità, c'è uno dei miei studenti che ha due sorelline più piccole (di quattro e sei anni) e lui, che è il più grande, è responsabile anche per loro. Vi posso garantire che scrive e parla italiano meglio di molti altri italiani e scuola va bene. Vive in una casa popolare, ha addosso quasi sempre con gli stessi vestiti, ma è pulito. Quando attraverso la scuola gli ho fatto avere un computer di riciclo, fuori dalla scuola a ringraziarmi ho trovato padre, madre, sorelle, zii e cugini. Il pater familias mi ha presentato tutta la sua discendenza, ho stretto decine di mani perché per loro era straordinario che un insegnante potesse prendersi così a cuore un suo studente, anche se gli ho regalato un Pentium II di nove anni fa.
L'anno scorso avevo uno studente peruviano. Era in Italia con la zia, la quale sosteneva che la scuola non doveva educare, quel compito spettava alla famiglia, che a scuola i ragazzi dovevano studiare e basta e che se suo nipote, che zoppicava in certe materie, si fosse reso responsabile di qualche problema disciplinare, sarebbe stato rispedito dritto in Perù senza pensarci due volte. Durante la settimana, un gruppetto di ragazzi combinarono qualcosa per cui vennero sospesi tre giorni. Fra di loro c'era anche quel ragazzo, anche se, con il senno di poi, posso dire che probabilmente si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il giorno dopo era su un aereo per il Perù.
C'è voluta una delegazione inviata alla zia composta da due insegnanti e dai ragazzi che erano con lui al momento della bravata che reclamavano a gran voce il loro compagno di classe per farlo tornare.


Fare l'insegnante è un mestiere ingrato, come quello del genitore, perché qualsiasi cosa si faccia, la si sbaglia. Però ci tenevo sul serio: questo ve lo garantisco.

DjMonak


francesco_rm

Una curiosità, Andrea: cosa hai insegnato/insegni ?