L'ECONOMIA GLOBALE CHE VORRESTI principi, ipotesi, teorie

[crono 80]

Spesso, tra utopia e cruda realtà, nel nostro piccolo essere uomini e quindi esseri quaerens (ma anche ridens se vi chiamate Monak  )  siamo per forza di cose anche un po' filosofi, psicologi, scienziati, poeti ed economisti. Nel nostro piccolo, certo!

Sempre nel nostro piccolo, ma forti del detto che spesso nella semplicità stanno le grandi idee di sintesi, caliamoci nei panni di una compagnia di "indiana jones" dell'economia, convinti che nel quadro standard della realtà che descrive e misura i beni/servizi il lavoro e la moneta manchi sempre qualcosa di importante, che l'uomo, e anche la sua attività, non possa ridursi sempre e solo ad un'idea di massimizzazione dell'utilità, del profitto all'insegna dello scontro serrato dato dalla concorrenza.

Cerchiamo quindi di porci all'inizio dei tempi, o quasi almeno  , su di una posizione panoramica privilegiata, un alto colle chiamato mente aperta, e sforziamoci di analizzare come il mondo, là sotto nelle sue distese di grige e a volte insanguinate pianure industriali, si è evoluto, quali siano i concetti chiave utili alla realizzazione del benessere sociale, e quindi di conseguenza della realizzazione implicita dell'etica; cerchiamo di prendere atto di cosa sia l'economia e di come le sue leggi siano nate e siano state definite, cerchiamo di capirne i concetti basilari: dalla lotta per la produttività o dalla lotta di classe, al principio che sancisce la proclamazione dell'egoismo individuale (diritto di proprietà) o all'utopia di uno Stato che in astratto non solo rappresenta il popolo ma è coincidente con il popolo e decide per i singoli quasi nell'armonia atavica dell'Eden.

Pensiamo a queste cose, e ad altre ancora, inquadriamole brevemente nel loro contesto storico-sociale-culturale di origine e poi attualizziamole, vediamo in cosa sono state stravolte o in che modo sono state usate e perchè... proponiamoci quindi di creare una sorta di "monopoli" globale in cui le regole e i principi siano quelli di un'economia che vorremmo e non quelli dell'economia che è.

Rsiscopriamo idee svilite dalla storia ma al di là appunto della strumentalizzazione fattane dai regimi (e qui penso a parte della filosofia marxista) per arrivare a creare un mondo migliore (anche se solo nella mente ) ovvero per concludere che il mondo migliore semplicemente non esiste, e la meno peggio che potessa capitare è quello in cui già viviamo!
...solo nella mente già, ma almeno che questa ricerca sia utile per poi guardare con occhio diverso e più consapevole  la complessissima realtà che ci circonda, rendendoci meno schiavi del velo dell'ideologia quando decidiamo poi in prima persona di estrarre le baionette (oggi o il voto o l'attivismo politico o i girotondi vari in piazza) per cercare, sempre nel nostro piccolo come quando siamo partiti, di cambiare le cose.

[sakaerad]

Semplice: la stessa che regolava i rapporti commerciali a cavallo tra 1800 e 1900. Scendere nel dettaglio però è da suicidio...

[crono 80]

mh beh quella è proprio la madre della nostra, non c'era la globalizzazione dell'informazione (c'era la globalizzazione dello sfruttamento delle colonie) ma tra stati "paritari" i principi erano quelli della c.d. scuola "classici" derivata dal 700. Quindi libero mercato, laisser faire e neutralità della moneta (in teoria : D ) ma qui andiamo sul complicato me ne rendo conto... ma secondo me quel periodo era come oggi (con le dovute proporzioni) anzi anche piu' miope dato che gente come Keynes o Lukas non erano ancora nati 

[sakaerad]

Quello che ridicolizza l'attuale mondo economico è il tentativo di mascherare il colonialismo con altre amenità. Ma sempre colonialismo rimane.

Keynes... 

[crono 80]

Quello che ridicolizza l'attuale mondo economico è il tentativo di mascherare il colonialismo con altre amenità. Ma sempre colonialismo rimane.

Keynes... 

questo è sicuro, hai ragione . tant'è che si parla di neo-imperialismo.