Antipirateria

Aperto da FabyM4DJ, Maggio 09, 2007, 13:45:53 PM

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FabyM4DJ

Nella giornata del 25 Aprile scorso il Parlamento Europeo di Strasburgo ha approvato con 374 voti a favore e 278 voti contrari la proposta di direttiva IPRED2, formalmente titolata "The Second Intellectual Property Rights Enforcement Directive".

La proposta, portata avanti dall'esponente DS Nicola Zingaretti, si prefigge di realizzare un punto di riferimento, a livello Comunitario, per ciò che concerne le misure penali contro le pratiche di pirateria e contraffazione. Quanto è accaduto suscita però scalpore, dal momento che mette dei privati (nella fattispecie i detentori dei diritti e gli ISP - Internet Service Provider) nella situazione di poter "curiosare" sull'operato dell'utente.

Cerchiamo di spiegare meglio: la nuova proposta di direttiva stabilisce la facoltà dei detentori dei diritti di materiale coperto da copyright di collaborare con le forze dell'ordine per fare rispettare tali diritti. E' andata meglio, seppur di poco, rispetto alla prima stesura della bozza, in cui veniva stabilità la facoltà per i detentori dei diritti di poter agire indipendentemente dalle forze dell'ordine.

In termini più comprensibili: le etichette cinematografiche e discografiche hanno la possibilità di istituire divisioni o assoldare delle vere e proprie squadre investigative che, collaborando con le forze dell'ordine, si occupino di combattere la pirateria e la contraffazione di opere originali sia nell'ambito on-line, sia nell'ambito off-line. La direttiva stabilisce inoltre che le indagini dovranno comunque "non compromettere i diritti dell'accusato, ad esempio pregiudicando l'accuratezza, l'integrità e l'imparzialità delle prove". Sarà a carico dei vari Stati membri dell'Unione Europea garantire questi aspetti.

Per quanto riguarda invece i fornitori di connettività, la nuova direttiva attribuisce loro una serie di responsabilità che li mette nelle condizioni di dover rispondere all'autorità di eventuali operazioni P2P che possono verificarsi sui propri network. Gli ISP sono in questo modo forzatamente costretti a praticare controlli sul traffico che avviene nelle proprie reti, onde evitare pesanti implicazioni nel caso di procedimenti penali a carico di qualche utente.

La direttiva IPRED2 vuole inoltre, almeno in linea teorica, differenziare il download pirata cosiddetto "privato" da quello avente come fine ultimo il lucro. In quest'ultimo caso sono stabilite, per le violazioni molto gravi, sanzioni fino a quattro anni di reclusione e ammende di una considerevole entità. Non è quindi corretto annunciare che la direttiva IRPED2 mette al sicuro gli utenti che scaricano materiale protetto da diritto d'autore solamente a fini privati, poiché per questi viene esclusa solamente la pena detentiva. In pratica restano vigenti le norme già stabilite dai singoli Governi per reati di entità minore.

La direttiva IPRED2 stabilisce inoltre che i proprietari dei diritti non possano adottare misure intimidatorie come accade invece, ad esempio, negli Stati Uniti d'America. Le etichette di turno, per semplificare, non potranno minacciare i consumatori di procedimenti penali .

E' autorizzato inoltre l'uso equo di un'opera protetta da diritto d'autore se la si impiega per "fini di critica, recensione, informazione, insegnamento (compresa la produzione di copie multiple per l'uso in classe)".

Il testo è destinato ora a giungere sul tavolo della Commissione dove difficilmente andrà incontro a modifiche sostanziali, ma più facilmente potrà essere oggetto di assestamenti di modesta entità.

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a un mio amico è arrivata una denuncia con una cifra da pagare che se non salda entro il 15 maggio arriva a 10000 euri!!! La cifra mi pare si aggira sui 350 euro per le spese sostenute per la denuncia e cazzarelli vari...

cmq ecco una noticina...
Peer to peer: 3.000 utenti sotto accusa
Sarà Telecom, entro 15 giorni, a consegnare alla Peppermint Jam i nominativi di oltre 3.000 utenti italiani coinvolti nell'accusa di avere scaricato e condiviso materiale protetto da diritto di autore
a cura di Marzia Mariscalco16 marzo 2007
voti totali: 42 - medio voto: 8.98

Telecom Italia, con ordinanza del Tribunale di Roma (procedimento n. 81901/2006) ha intimato a Telecom Italia di consegnare i 3.636 nominativi identificati, clienti della stessa compagnia telefonica, accusati di avere scaricato e condiviso materiale sotto diritto di autore. Si tratta di brani musicali della società discografica di Hannover Peppermint Jam Records, specializzata house music e acid jazz melodico, che promuove artisti come Carl Keaton Jr.,Colin Rich e Emma Lanford. La Peppermint Jam è attiva dal 1993 e i suoi fondatori sono Renalls e Mousse T., noto per la collaborazione con Tom Jones nella canzone "Sex Bomb", che fa parte dell'album Reload .

I dati secondo i quali è stato possibile identificare gli utenti sono stati rilevati partendo dagli indirizzi IP rilevati dagli programmi di file sharing come per esempio, Emule, Torrent, E-Donkey e DC ++. La ricerca e l'individuazione di questi utenti è stata fatta dalla società svizzera Logistep, attraverso un software apposito, attraverso il quale è possibile identificare files e databases e i loro proprietari. Questa società, molto conosciuta e valida nel campo, si occupa anche di giochi, video e software.

"È la prima volta che tante persone in Italia vengono individuate" - spiega a Punto Informatico l'avvocato Otto Mahlknecht, che ha seguito il caso per la Logistep e la Peppermint Jam – "ed accade perché la direttiva europea cosiddetta IP enforcement ha aumentato i diritti dei danneggiati. In Italia è stata recepita ed ora per i provider diventa obbligatorio fornire i dati personali degli utenti " "in caso di contestazione da parte dei detentori dei diritti", leggiamo e riportiamo da Punto-informatico.it Il legale della Peppermint dichiara, sempre su Punto-Informatico che "Le persone riceveranno una diffida e una richiesta di cancellazione dei file. Inoltre dovranno promettere che non metteranno più a disposizione opere protette da diritto d'autore" , più un versamento in denaro di centinaia di euro, non meglio definite, come risarcimento per il lavoro tecnico e legale.

Tutto questo per dare un messaggio: La pirateria è un reato, come dice la pubblicità che solitamente fanno vedere al cinema prima dell'inizio di un film. Ma gli utenti che si avvicinano a queste pratiche sono sempre di più, è un flusso che non si arresta mai di crescere. La ricerca ANICA – DOXA dal titolo "Nuovo identikit dello spettatore: fruizione cinematografica in sala e downloading da Internet" del Febbraio scorso ha rilevato che il 19%, e cioè circa 1.300.000 utenti, dei possessori di connessione in banda larga (Adsl/fibra ottica) effettua download illegale di film.

Anche le compagnie che forniscono servizi ADSL, cominciano a prendere provvedimenti per ridurre il file sharing: mentre Telecom e Fastweb dichiarano di non avere al momento ancora disposto alcun filtro, Tele2 rivela, invece, di utilizzare il Service Control Engine di Cisco, sistema di monitoraggio con informazioni che indicano come vengono offerti i servizi/applicazioni, per controllare e filtrare il traffico proveniente dai peer to peer.

La normative attuali, con la legge Urbani e le sue successive modifiche, parlano chiaro: il download è sanzionabile sul piano amministrativo mentre la condivisione di materiali protetti è a tutti gli effetti perseguibile penalmente. Per avere più informazioni, potete visitare questo link in cui è possibile leggere un'interessante intervista concessa dall'Avv. Daniele Minotti dello Studio Legale Minotti di Genova a P2P Forum Italia.
per approfondire o ascoltare i lavoretti:
http://passione90.forumfree.net
www.myspace.com/passione90