LA POESIA PIU' BELLA

Aperto da Larssoncascio, Ottobre 16, 2007, 15:05:25 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Larssoncascio

Mi e' venuto in mente di aprire questo topic perche' oggi la mia professoressa ci ha fatto leggere A Silvia di Leopardi(tra l'altro ci ha detto che Leopardi e' sicuramente il piu' amato dai giovani.....ed e' verissimo!).....certamente gia' la sapevo da molto prima ma rifarla ora e capire tutte le vere idee e le emozioni e' stata una cosa bellissima...
Quindi vi chiedo.....qual'e' la poesia che vi fa tremare ogni volta che la leggete???spero risponderete in tanti scrivendo le vostre poesie preferite:D
Nel frattempo io metto la mia,naturalemente,A SILVIA!


Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi? 

Sonavan le quiete
stanze, e le vie d'intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno. 

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno. 

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi? 

Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d'amore. 

Anche perìa fra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovinezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell'età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è il mondo? questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi,
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte delle umane genti?
All'apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.   

:'( :-*                                                                                Larssoncascio
E' meglio puntare alla luna,tanto male che vada,avrai camminato fra le stelle!

Martina

Colloquio con il proprio cuore

Cuore, mio cuore
da pene immedicabili sconvolto,
rialzati e difenditi.
A chi ti è ostile opponiti decisamente,
negli scontri piantandoti di fronte, saldo.
Se vinci non vantarti davanti a tutti;
vinto, non chiuderti in casa a piangere, disperato.
Delle gioie godi, dei mali soffri..ma non troppo.
Riconosci la misura che governa gli uomini.

Archiloco (fr.67 D.)
..::C I O  C H E  S E G N A  I N S E G N A::..

...In Trance We Trust...



☆Fè®

CAIO VALERIO CATULLO. Carmina. Odi et amo (LXXXV)

    Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
    Nescio, sed fieri sentio et excrucior.


    Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi.
    Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento.
:progo: :progo:

crono 80

si sta come d'atunno sugli alberi le foglie.

Montale.


la piu' corta! Si ricorda meglio! ergo la miglior poesia d sempre! :r0x:

(ke odio, ke ansia ste poesie "ammemoria" sempre odiate)   :-[
when LHCb sees
where the antimatter's gone
ALICE looks at collisions
of lead ions.
CMS and ATLAS are two of a kind
they're lookin' for whatever
new particles they can find.
the LHC acceleerates the protons and the lead,
and the things that it discovers
will rock you in the head!

☆Fè®

Citazione di: crono 80 il Ottobre 16, 2007, 16:19:48 PM
(ke odio, ke ansia ste poesie "ammemoria" sempre odiate)   :-[

io amo il 5 maggio x esempio..è lunghissima ma io la so a memoria..alo t sei ammazzato da solo dopo qst affermazione...te la recito al 90 is magic e me ne dovrei dire almeno metà a memoria anke te...senno t do 1 calcio nei cojoni ghgghghg  ::) :lol:
:progo: :progo:

Fabbry(T)he RadioMan

#5
Citazione di: crono 80 il Ottobre 16, 2007, 16:19:48 PM
si sta come d'atunno sugli alberi le foglie.

Montale.


la piu' corta! Si ricorda meglio! ergo la miglior poesia d sempre! :r0x:

(ke odio, ke ansia ste poesie "ammemoria" sempre odiate)   :-[

la più corta è:

infinito:

mi illumino d'immenso
Radio Byte Network[/b]

DjMonak

Ciao Fabbry!  :) Come va?

Personalmente, da membro sostenitore della Società Dantesca Italiana, benchè anch'io sia un appassionato di Leopardi, cito Dante, che ho avuto già modo di leggere in pubblico, questa estate.
Citare tutto Dante è impossibile, mi limito solo a questo:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
3     termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
6     non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
9     così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
12     se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
15     sua disïanza vuol volar sanz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
18     liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
21     quantunque in creatura è di bontate.
Or questi, che da l'infima lacuna
de l'universo infin qui ha vedute
24     le vite spiritali ad una ad una,
supplica a te, per grazia, di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
27     più alto verso l'ultima salute.
E io, che mai per mio veder non arsi
più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi
30     ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co' prieghi tuoi,
33     sì che 'l sommo piacer li si dispieghi.
Ancor ti priego, regina, che puoi
ciò che tu vuoli, che conservi sani,
36     dopo tanto veder, li affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
39     per li miei prieghi ti chiudon le mani!".

Dante, Pd, XXXIII

angelbeats

Citazione di: ^BaMbOlInA^ il Ottobre 16, 2007, 16:26:55 PM
io amo il 5 maggio x esempio..è lunghissima ma io la so a memoria..alo t sei ammazzato da solo dopo qst affermazione...te la recito al 90 is magic e me ne dovrei dire almeno metà a memoria anke te...senno t do 1 calcio nei cojoni ghgghghg  ::) :lol:
:lol: :lol: :lol: :lol:
"...This Is Not Music, This Is A Trip..."

"...Your Music Turns Me On, I Can Feel Your Message, The Sound Makes Me High, Oh My God, Trance Will Never Die..."

Tommy El Fighet

Citazione di: Fabbry T (Gemello del festino) il Ottobre 16, 2007, 16:33:42 PM
la più corta è:

infinito:

mi illumino d'immenso
Non s'intitola "infinito", bensì "mattina" ed è sempre di Montale.

Questa devo citarla tutta:

S' i' fosse foco, arderei 'l mondo;
s' i' fosse vento, lo tempesterei;
s' i' fosse acqua, i' l'annegherei,
s' i' fosse Dio, mandereil' en profondo;
s' i' fosse papa, sare' allor giocondo,
ché tutt' i cristiani imbrigherei;
s' i' fosse 'mperator, sa' che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondo.
S' i' fosse morte, andarei da mio padre;
s' i' fosse vita, fuggirei da lui:
similmente farìa da mi' madre.
S' i' fosse Cecco, com' i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre,
e vecchie e laide lasserei altrui.

(Cecco Angiolieri)

Snake Dj

la prima che mi viene in mente.... :)

"Trionfo di Bacco e Arianna"

Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia! 
Chi vuol esser lieto, sia: 
di doman non c’è certezza. 
Quest’è Bacco e Arianna 
belli, e l’un dell’altro ardenti: 
perché ‘l tempo fugge e inganna, 
sempre insieme stan contenti. 
Queste ninfe ed altre genti 
sono allegre tuttavia. 
Chi vuol esser lieto, sia: 
di doman non c’è certezza. 
Questi lieti satiretti, 
delle ninfe innamorati, 
per caverne e per boschetti 
han lor posto cento agguati; 
or da Bacco riscaldati, 
ballon, salton tuttavia. 
Ch vuoi esser lieto, sia: 
di   doman non c’è certezza. 
Queste ninfe anche hanno caro 
da lor esser ingannate: 
non può fare a Amor riparo, 
se non gente rozze e ingrate: 
ora insieme mescolate 
suonon, canton tuttavia. 
Chi vuoi esser lieto, sia: 
di doman non c’è certezza.

Lorenzo De' Medici
Dance will never die!!

♣Tommy♣

Citazione di: DjMonak il Ottobre 16, 2007, 16:38:47 PM
Dante, Pd, XXXIII
:lol: nel senso politico o nel senso blasfemo?  :-[ :-[
(è stata una giornata pesante cercate di capirmi)

di poesie che mi sono piaciute ce ne sono state poche e al momento non mi vengono.
oddio, di molte riconosco che sono bellissime, ma che proprio mi han preso...
Ode to the west wind, mi pare sia questo il titolo, di un inglese, non ricordo + quale  :-[
e ricordo che mi piaceva molto quando l'ho studiata, La Pioggia nel Pineto

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

e diverse di pascoli e foscolo. ma non sono un grande appassionato di poesie, preferisco i romanzi come tipo di letteratura.


Erikinho

 ::) ::)

Ultimamente mi han colpite poesie che non ho studiato a scuola ma leggendo in giro x internet....
ne ho un paio di pagine di canzoni (ita-Eng), testi e poesie,.....chissà dove l'ho messo.

Ne scelgo 3 x ambientazione: amore, ricordo e letteratura.

So di far del male a qualkuno...che ora sta soffrendo....pero' scelgo lui:
Pablo Neruda.

Mi piaci quando taci
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.

Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell'anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.

Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.

Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.

Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.

Pablo Neruda :-*

Ricordi di scuola

Un famoso giornalista, Giovanni Mosca, che ha diretto a lungo il Corriere dei Piccoli, ricorda con struggente nostalgia le sue esperienze di ex maestro.

Non li lasciate, i ragazzi:
finché si vive in mezzo ai ragazzi
si è ancora un po' come loro,
le piccole stanze sembrano saloni,
quattro pupazzi sul muro sembrano dipinti meravigliosi,
e una palla di vetro con dentro la veduta di San Pietro
pare chi sa che cosa,
la cosa più bella del mondo.

Un mormorio gioioso,
carta di giornali,
carta gialla da fornaio
che si sparge per l'erba del prato,
e su, in aria,
s'alza di colpo
un grande odore di frittata.
(...) I più ricchi hanno anche un'arancia,
un mandarino, o una mela lucida
strofinata con forza con un lembo del grembiule,
ma la base della colazione
è sempre pane e frittata.

"Sì, questi sono gli ultimi mesi di scuola.
A ottobre non torno più.
Sono contenta.
Finalmente me ne posso andare in pensione,
e alla scuola chi ci pensa più?
I ragazzi?
Ma anche i ragazzi,
dopo tanti anni,
vengono a noia!"
Povera signorina Cenci.
Che bugia grossa sta dicendo...
Se ne avvede anche lei
e abbassa gli occhi.

Io credo di sì.
Credo che si possa diventare farfalle,
che si possa volare in cielo,
che si possa tenere per mano
una maestrina d'asilo
con gli occhi grandi grandi
e uno specchietto piccolo,
e sentire nel cuore
una grande felicità.

Giovanni Mosca

Giacomo Leopardi e il soave distacco dall'infinito
Di José Antonio Gonçalves, poeta di Madeira da poco scomparso.

approfittiamo della pietra solitaria sull'orlo della strada
e sediamoci, Leopardi, riposiamoci dalla fatica
di questa giornata che ci porta da Recanati al mondo
dove Dante e Petrarca impararono a costruire torri d'avorio
e a indagare l'odore della schiuma emessa dal mare profondo

da lontano Roma e Firenze ci spingono candide
verso il sole che attraversa i campi baciando gli uccelli
mentre pensiamo i fiori, la luna e l'intima cadenza
delle più dispari stagioni, per dimenticare il freddo dell'inverno
di Milano, la ricchezza respinta e la calura breve dell'inferno

ora non c'è più rimedio, i libri danno lustro alla casa
abbandonata, le parole echeggiano un po' ovunque
e la fuga verso mura sanguigne si rivela impraticabile.
torniamo dunque ai giardini della culla paterna, trascinando il giorno
in cui fu possibile saltare con agilità il recinto che le correva intorno

non vale la pena di dare importanza al candore illuminato del chiostro
né al dio che non si siede alla tavola degli uomini
ebbro del suo abituale e rumoroso silenzio divino
come un uccello maestoso che attraversa i cieli con le sue ali
nella serena rivendicazione di padrone assoluto del tempo e del destino

l'insegna sicura indica Pisa, come una freccia ingaggiata
per centrare nel bersaglio, nel cuore dove l'umanità danza
e ignora il sapore della rugiada di Napoli, il verde calmo
dei pendii, la dolcezza della brezza autunnale, il colore del casolare,
l'intrecciarsi dell'amore con la poesia o della pioggia con l'estate

il viaggio punta verso ciò che vive ovunque vi sia posto,
il residuo di un errore bianco su un foglio di carta
o il tormento delle bianche veglie su un letto duro
senza che a nulla valgano la carne debole, l'angoscia, il sonno,
il dolore flagellato sulle ossa, la fame barattata con la magia della letteratura

la terra resta sotto i piedi e traspira il pudore dei diluvi
attende il momento di rinascere nell'acqua abbracciando tutti i venti
cieca come gli occhi che molto lessero nelle notti umide ed eterne
e sorridi a coloro che la amano nutrendo le loro anime trasparenti
con il grano fermentato nel sudore dei popoli asciutti di preghiere

vieni qui, insegui la traccia nella polvere, preveggendo l'erba
morta di una nuova strada e ricorda come alla lunga Stendhal non resista
alle voci remote d'altre città, e riempia piano i meriggi
con il rumore dei tuoi Canti, divertito dal profumo dei trovatori,
spargendo i tuoi versi come vino sulla testa di saggi viticoltori

il fardello è pesante, chiama Ranieri, Silvia, Fanny Tozzetti,
un alleluia appassionato, uno o due preti gesuiti, un trattato
di filosofia, una citazione felice, un saggio di filologia,
la preghiera presso la tomba del Tasso, la polvere delle antiche biblioteche
e andiamocene a dormire, quieti e puri, come dormono soltanto i poeti

così eccoci qui, Leopardi, su un altro arenile privo di barche
a tracciare le rotte sulle mappe che nascondono la morte, la pazzia,
l'allegria, la vacuità delle mattine, la giovinezza e il suo soave distacco
come se un lenzuolo coprisse quel che non ha bisogno di essere profferito
e mostrasse il tuo viso rispecchiato nelle ombre dell'infinito.

:ph34r: :ph34r:

:r0x: :r0x: :ciao: :ciao: :progo: :progo:

Bellissimo topic alla quale la letteratura non è stata il mio forte a scuola!

Hola
Erikinho


"W la gnocca "club
ne sine gnoccam, nec contra gnoccam viverem possum.

[*non discutere mai con un idiota: prima ti porta al suo livello, poi ti batte in esperienza.*]

foxinho


Larssoncascio

Davvero belle poesie quelle che hai scritto Erikinho!! ;D

Ve ne scrivo qualcu'altra breve ma bellissime...

L'ADDORMENTATO DELLA VALLE di Arthur Rimbaud

E' una gola di verzura dove il fiume canta
impigliando follemente alle erbe stracci
d'argento: dove il sole, dalla fiera montagna
risplende: è una piccola valle che spumeggia di raggi.

Un giovane soldato, bocca aperta, testa nuda,
e la nuca bagnata nel fresco crescione azzurro,
dorme; è disteso nell'erba, sotto la nuvola,
pallido nel suo verde letto dove piove la luce.

I piedi tra i gladioli, dorme. Sorridente come
sorriderebbe un bimbo malato, fa un sonno.
O natura, cullato tiepidamente: ha freddo.

I profumi non fanno più fremere la sua narice;
dorme nel sole, la mano sul suo petto
tranquillo. Ha due rose ferite sul fianco destro.


SORRISO NEL PIANTO

Perché piangi, bambino?
E accarezzando le sue guance rosa
gli diedi un bel confetto;
poi l'abbracciai con senso di papà.
Egli sorrise a me con lacrimosi
occhi lucenti; e fu mirabil cosa
veder nel pianto la felicità.
Una parola buona, un bel sorriso,
aprono spesso in cuore un paradiso.
(Gio Batta Roncari)



E' meglio puntare alla luna,tanto male che vada,avrai camminato fra le stelle!

DjMonak

<<Se fosse gatto, miao
se fosse cane, bau
se fosse tardi... ciao.>>

:-* :-* :-*